Paolo Fresu: tromba, flicorno, effetti – Daniele di Bonaventura: bandoneon, effetti – Pierpaolo Vacca: organetto, elettronica
venerdì 31 maggio 2024, ore 21:00
piazza Garibaldi
ingresso gratuito
Un dialogo in musica speciale nel segno degli strumenti ad aria e di un lirismo dagli aromi mediterranei nato dal duo di Fresu con Di Bonaventura e affinato (con la presenza di Pierpaolo Vacca) grazie all’avventura teatrale dello spettacolo “Tango Macondo” prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano per la regia di Giorgio Gallione.
Fresu e Di Bonaventura, protagonisti insieme alle voci corse del coro A Filetta del riuscito progetto “Mistico Mediterraneo” e dell’omonimo disco pubblicato dalla nobile etichetta ECM, allargano dunque la dimensione più ristretta di un duo davvero di successo internazionale all’organetto creativo di Vacca che in “Tango Macondo” comunica il profondo.
Paolo Fresu
Fresu is one of those musicians who come from time to time to remind us why jazz is so special and unique”
(Buenos Aires Herald)
La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica.
Paolo Fresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove – per troppo tempo -la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone di insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto “nero” e bravo ben dopo gli anni di massima creatività.
La “magia” sta nell’immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e libera delle arti. A questo punto della sua fortunata e lunga carriera, non serve più enumerare incisioni, premi ed esperienze varie che lo hanno imposto a livello internazionale e che fanno sistematicamente ed ecumenicamente amare la sua musica: dentro al suono della sua tromba c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole “naturalmente” nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l’enorme ed inesauribile passione che lo sorregge da sempre. Il presente di Paolo è – come al solito – turbinoso, degno dell’artista onnivoro e creativo che tutti riconoscono in lui.
Oggi (a parte un sorprendente lato letterario che è sfociato nella pubblicazioni di alcuni interessanti lavori editoriali e l’importante consegna della Laurea Honoris Causa dell’Università la Bicocca di Milano in Psicologia dei processi sociali, decisionali e dei comportamenti economici) è fatto del suo storico quintetto che ha girato la boa dei 3 decenni di piena collaborazione e stima reciproca, ma è anche quello del quartetto “Devil”, che riscatta a pieno merito i successi del celebrato “Angel” che impose Paolo all’attenzione europea qualche lustro fa. Crescono poi le importanti realtà contemporanee: il duo con Uri Caine, la collaborazione con Carla Bley e Steve Swallow e il fortunato incontro con Ralph Towner che ha fatto da ponte all’ingresso del nome di Paolo nell’entourage della celebrata e nobile etichetta ECM, che ha poi pubblicato il bellissimo lavoro Mistico Mediterraneo con Daniele Di Bonaventura e il coro polifonico corso A Filetta, sono soltanto alcune di queste
Il suo presente più attuale lo vede attivo, in ottica più esterofila, in trio con Richard Galliano e il pianista svedese Jan Lundgren (“Mare Nostrum”) e in diverse nuove avventure con nuovi importanti nomi dell’entourage jazzistico contemporaneo quali Omar Sosa, Gianluca Petrella e – ancora – con Manu Katché, Eivind Aarset, Dave Douglas. Interessanti sono poi i progetti con alcuni grandi nomi del mondo letterario e teatrale italiano (Ascanio Celestini, Lella Costa, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Milena Vukotic) oltre, infine, a una nuova serie di piccole ma importanti collaborazioni con la musica “intelligente” delle frange popolari italiane. Musica per il Cinema e “progetti speciali” come il suo straordinario “a solo” teatrale che ha paralizzato 3.000 spettatori all’Auditorium di Roma o un incantato teatro Metastasio a Prato chiudono il cerchio insieme alla piccola grande e folle avventura che lo ha portato a festeggiare nel 2011 i suoi 50 anni con 50 concerti, in 50 giorni consecutivi, con 50 formazioni e progetti diversi di giorno in giorno in 50 capolavori paesaggistici della sua Sardegna. E sarebbe certamente un errore dimenticare le strizzatine d’occhio verso il mondo “classico” che stanno già riservando belle sorprese con lavori ad hoc in cui possono venire coinvolti quartetti d’archi capaci di “guardare avanti” e grandi eroi dell’avantgarde music oppure, infine, il bellissimo nuovo lavoro di “promozione” cha Paolo sta portando avanti nei confronti di molti giovani leoni dell’entourage jazzistico contemporaneo attraverso le possibilità offerte loro grazie alla sua nuova etichetta Tuk Music costruita appositamente per guardare al futuro.
Daniele di Bonaventura
Nato a Fermo (nelle Marche), Daniele di Bonaventura, compositore-arrangiatore, pianista-bandoneonista, ha coltivato sin dall’inizio della sua attività un forte interesse per la musica improvvisata pur avendo una formazione musicale di estrazione classica (diploma in Composizione) iniziata a soli 8 anni con lo studio del pianoforte, del violoncello, della composizione e della direzione d’orchestra. Le sue collaborazioni spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music, con incursioni nel mondo del teatro del cinema e della danza.
Ha suonato nei principali festival italiani ed internazionali tra cui : Rumori Mediterranei a Roccella Jonica ’87 e ‘88; Jazz & Image di Villa Celimontana a Roma, Ravenna Jazz 2000 , Clusone Jazz 2001, Biennale Arte Venezia 2001; Sant’Anna Arresi Jazz 2004; Festival della Letteratura Mantova 2004; Cormòns 2005, Accademia Nazionale di Santa Cecilia Stagione Musica da Camera 2005-’06; Inghilterra – Music Hall Festival e Royal Festival Hall a Londra; Olanda – Music Hall a Leeuwarden; Germania – 30° Deutsches Jazz Festival a Francoforte; Berlin Jazz Festival; Spagna -Festa de la Mercè a Barcellona; Egitto – Opera House a Il Cairo; Norvegia – Olavsfestdagen a Trondheim; Francia; Svizzera; Portogallo; Brasile; Argentina; Slovenia; Croazia; Albania; Singapore; Stati Uniti e Sud Africa.
Ha suonato, registrato e collaborato con: Enrico Rava, Paolo Fresu, Uri Caine, A Filetta, Oliver Lake, David Murray, Miroslav Vitous, Rita Marcotulli, David Liebman, Toots Thieleman, Omar Sosa, Flavio Boltro, Joanne Brackeen, Greg Osby, Ira Coleman, Dino Saluzzi, Javier Girotto, Cèsar Stroscio, Tenores di Bitti, Aires Tango, Peppe Servillo, David Riondino, Francesco Guccini, Sergio Cammariere, Lella Costa, Ornella Vanoni, Franco Califano, Alessandro Haber, Omero Antonutti, Andrè Jaume, Tiziana Ghiglioni, Furio Di Castri, U.T. Gandi, Guinga, Riccardo Fassi. Nel 2003 per l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ha composto, eseguito e registrato la “Suite per Bandoneon e Orchestra” commisionatagli proprio dalla stessa.
Ha pubblicato più di 30 dischi con etichette discografiche quali ECM, Via Veneto Jazz, Philology, Manifesto, Felmay, Amiata Records, Splasc(H), World Music, CCn’C Records, Tǔk Music e Harmonia Mundi. Il suono del suo bandoneon è sorprendentemente “universale” capace di attraversare i territori più disparati e
con impronte stilistiche assolutamente personali e sempre ammantate di sensibile tocco musicale.
Pierpaolo Vacca
Nato a Ovodda in provincia di Nuoro, nipote del noto suonatore di launeddas Beppe Cuga, inizia a studiare l’organetto all’età di 6 anni, con il maestro Peppino Deiana, suonatore nativo di Sarule ma residente a Ovodda. Debutta giovanissimo nelle piazze dell’isola, in rassegne, sagre e processioni. Nel 2004 entra a far parte del gruppo folkloristico ovoddese Oleri, che accompagna tuttora.
Spinto dalla forte passione per la world music, compone alcuni brani ispirati alla musica popolare irlandese e francese. Nel 2011 fonda i Folkaos, gruppo combat folk, con il quale si esibisce in varie piazze e festival della Sardegna. Grazie alla collaborazione con l’associazione “Lobas” partecipa a vari festival folkloristici in Italia e all’estero.
Dal 2014, insieme al chitarrista e cantante Giuseppe Muggianu, promuove il progetto “In giro per canzoni”, dedicato ai cantautori italiani. Nel 2018, invitato da Paolo Fresu al festival “Time in Jazz”, si esibisce in un concerto solistico dal titolo “Jazz e tradizione popolare tra passato e futuro”, a cura di Fabio Calzia. Il progetto è caratterizzato da uno stile molto personale con l’utilizzo di effetti elettronici inseriti nella musica tradizionale sarda. Nel giugno 2019, partecipa al progetto music@work, ideato e sviluppato dall’associazione Cherimus: in una breve permanenza a Dakar, partecipa alla nascita del gruppo sardo-senegalese”Gegò Yegó”, insieme a Massimo Congiu, Francesco Medda (arrogalla), Pape Ndiaye, Pape Ndiop e Kalsoum. Contestualmente, la formazione registra un album in cui si fondono le musiche tradizionali dell’isola con i ritmi e le melodie del Senegal in maniera originale e contemporanea. Collabora occasionalmente con numerosi artisti tra cui Alberto Sanna, Gisella Vacca, Mauro Palmas, Francesco Fry Moneti, Modena City Ramblers, Andrea Pisu, Jullien Cartonnet. Attualmente, mentre lavora al suo primo album da solista, continua a collaborare con Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura nell’avventura teatrale “Tango Macondo” prodotta dal Teatro Stabile di Bolzano per la regia di Giorgio Gallione.